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Nuova chiesa dell’arcangelo Michele a Kloštar

La nuova chiesa di San Michele Arcangelo fu costruita dall’abate Giovanni nel 1040 come edificio a navata unica con abside spaziosa, tuttavia nel tempo fu ulteriormente ampliata. Aveva 5,85 m di larghezza e 14,5 m di lunghezza, con una transenna sotto l’altare. Fu costruita accanto alla chiesa paleocristiana del VI secolo. L’intera abside semicircolare e il lato est della navata furono decorati da affreschi, di cui si conservano alcune parti, testimonianza, tra le più antiche in Croazia, della pittura murale medievale. Accanto alla chiesa si ergono le mura dell’abbazia al cui centro è collocata la vera della vecchia cisterna.

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Accanto alla chiesa si ergono le mura dell’abbazia al cui centro è collocata la vera della vecchia cisterna.

L’abbazia risale all’XI secolo, quando fu edificata anche la chiesa. Nel XIII secolo fu aggiunta l’ala meridionale dell’abbazia, che si ergeva verso il cortile su delle arcate di dimensioni medie. Nel XVI secolo nel complesso dell’abbazia fu costruito un campanile, ma di esso non si è conservata traccia.

Appoggiato sul lato meridionale della chiesa più piccola del VI secolo, ancora ben conservata, il nuovo edificio sacro di doppie dimensioni e a una sola navata, presenta un’abside semicircolare, interna ed esterna, con una finestra mediana. Il muro perimetrale settentrionale di questa chiesa fu eretto sul lato meridionale della chiesa più antica, tanto che le sue lesene si estendono per tutta l’altezza del muro aggiunto. La chiesa fu costruita secondo i canoni di orientamento dell’epoca ed è larga 5,85 m e lunga 14,5 m. La navata è notevolmente più spaziosa e più alta rispetto alla chiesa più antica su cui è appoggiata, la copertura del soffitto è lignea. I muri sono lisci (senza lesene e contrafforti decorativi) e sulla parete meridionale, sotto il tetto in alto, sono situate tre strette finestre semicircolari, che hanno conservato le transenne originali con decorazioni ad intreccio, risalenti al XII secolo. La chiesa aveva una balaustra che separava lo spazio dei fedeli dal presbiterio. Qui fu rinvenuto un frammento di travicello decorato da un lato con foglie d’acanto stilizzate con la tecnica dell’intreccio ornamentale, e dall’altro lato con due steli intrecciati. Inoltre, frammenti di ornato (con motivi geometrici e vegetali stilizzati) sono stati trovati nelle vicinanze della chiesa.

Simili chiese ad una sola navata, con abside semicircolare e sporgente, sono presenti nell’architettura paleocristiana e altomedievale nell’area della diocesi parentina.. Lo schema planimetrico di questa chiesa rispetta la tradizione territoriale e la sua struttura monumentale con una verticale accentuata è una caratteristica dell’architettura ecclesiastica romanica. La facciata ha una pendenza angolare, che si incontra normalmente nelle chiese paleocristiane. Questa chiesa appartiene al gruppo delle chiese benedettine protoromantiche. La tecnica di edificazione dei muri e, in particolare, la costruzione irregolare della struttura dell’abside, è certamente opera di muratori locali. E ‘importante notare che la Chiesa di San Michele fu un modello e una specie di prototipo per singole chiese e chiesette romaniche erette nel territorio della diocesi parentina.

L’intera abside semicircolare e il lato est della navata furono decorati da affreschi, di cui si conservano alcune parti, testimonianza, tra le più antiche in Croazia, della pittura murale medievale.

Opatija Freske

La chiesa in tempi recenti è stata ricostruita e dotata di grandi aperture quadrangolari ed un’abside semicircolare coperta da una semi-cupola. Gli affreschi appaiono nell’abside e sulla parete est della chiesa, e sono divisi nelle seguenti tre sezioni:

  • la base è decorata con un panneggio comune;

  • la parte centrale ospita i ritratti dei santi;

  • la semi-cupola contiene una composizione o una figura monumentali.

Gli affreschi furono eseguiti sulle pareti costruite con pietre tagliate di medie dimensioni, a forma regolare e legata tra loro da un letto di malta porosa, ottenuta dalla mescolanza di calce viva e frammenti di mattoni. Il primo strato di intonaco fatto di calce, sabbia e mattoni veniva posato sul muro in un rapporto approssimativo di 1:3:1 e successivamente veniva steso e livellato uno strato di malta parzialmente solidificato. Era poi aggiunto un secondo strato d’intonaco che fungeva da base per l’affresco ed era composto da sabbia, calce e frammenti di mattoni in un rapporto di 1:2:1/12. Su quest’ultimo strato, sapientemente lisciato e ancora fresco, venivano applicati i colori primari.